Uno degli errori più diffusi che si è portati a commettere quando si ha a che fare con delle cravatte regimental è quello che induce a confonderle con le cravatte a righe. In realtà, si tratta di accessori differenti.

Sebbene le due tipologie di cravatta siano piuttosto simili sotto il profilo estetico, esse si differenziano dal punto di vista dei significati e della storia che hanno alle spalle.

Le cravatte regimental, infatti, hanno un valore più antico e più nobile, visto che la loro origine risale direttamente ai college e ai club della Gran Bretagna.

Nel momento in cui si indossa una cravatta che ha i colori di un club, di un college o di un reggimento, quindi, implicitamente si comunica e si manifesta la propria appartenenza a queste istituzioni.

Va detto, per altro, che la maggior parte delle persone tende ad acquistare le cravatte regimental anche se non ne conosce il vero ed effettivo significato.

Eppure, sarebbe bene tenerlo presente: basti pensare a quel che potrebbe succedere se un italiano dovesse trovarsi di fronte un inglese indossando una cravatta che fa riferimento a un club a cui non appartiene.

La situazione che ne deriverebbe sarebbe a dir poco imbarazzante.

Cosa contraddistingue le cravatte regimental?

Proprio per questo motivo, non è corretto identificare come cravatte regimental tutte le cravatte a righe, visto che ogni colore è appannaggio di un certo club o di un certo college.

D'altro canto, sin dai tempi più antichi le cravatte venivano considerate come dei vessilli, dei segni di riconoscimento per gli uomini, che grazie ad esse avevano la possibilità di apparire, di mostrarsi e di comunicare.

In conclusione, le cravatte a righe (che presentano strisce oblique di un colore differente rispetto a quello predominante) vengono - nella maggior parte dei casi - definite regimental in maniera impropria e sbagliato, in quanto il nome Regimental deve essere destinato unicamente agli accessori che sono tipici di un club o, appunto, di un reggimento specifico: si tratta di una convenzione che è diffusa in particolar modo nel mondo anglosassone, ma che si può ritrovare anche in altri contesti (in Italia, per esempio, tra i Rotary Club).